La Sostenibilità dell’Ambiente rappresenta un grande obiettivo comune per tutti. La Governance mondiale sta orientando in tutti i modi l’insieme delle imprese verso cambiamenti epocali il cui fil rouge ESG relativo agli obbiettivi per la sostenibilità, rappresenta un processo straordinario per spingere verso un cambiamento radicale degli stili di vita  e di consumo. Sappiamo che per il mondo produttivo ciò impone di cercare, di conquistare o acquisire nuove forme di competitività, per generare nuovo valore.

Su questa prospettiva le imprese sono chiamate ad affrontare una vera e propria trasformazione per arrivare a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dovendo affrontare un mercato, quello delle materie prime, senza un governo degli squilibri che si stanno generando. Da un lato il riordino delle catene di fornitura, le ricalibrazione delle reti di globalizzazione, dall’altro la centralità di alcune commodity verso la transizione verde, stanno tenendo alto il livello di tensione nel comparto.

In questo modo la sostenibilità rappresenta un problema di business che vale sia per le grandi aziende sia per le PMI di tutti i settori. Una trasformazione che stravolge valore nel momento in cui non è misurabile sulla base di metriche condivise e già codificate,  a causa di dinamiche che consentano al processo di transizione di essere applicato nei tempi necessari per il suo auto apprendimento.

La conseguenza diretta del caos si riverbera sui prezzi.

La sovrapposizione della liquidità che le banche centrali hanno e stanno assicurando ai mercati unita alle strozzature di cui sopra alimentano azioni di natura speculativa.

Di queste ce ne siamo ampiamente occupati descrivendo per tempo l’evoluzione dei trend in atto. In particolare abbiamo anticipato la correzione iniziale dei metalli industriali identificando le traiettorie dei prezzi in un ambiente complesso.

I metalli hanno avviato in modalità diverse correzioni piuttosto ampie rispetti ai massimi fissati nella prima parte del 2021.

Nell’ultima settimana tuttavia abbiamo osservato una reazione ai ribassi inziali. Il rame è stato protagonista di un recupero che sta riassorbendo tutto il ribasso generato da maggio a inizio ottobre (-19%).  In una settimana abbiamo assistito al recupero quasi totale della correzione, lo stesso dicasi per le terre rare. Il minerale di ferro 62% invece dopo il crash avviato dai massimi di fine luglio (-48%) ha recuperato solo in minima parte i ribassi subiti. Lacciato Steel Scrap dopo il ribasso correlato all’andamento del rame, ha recuperato al momento una parte del precedente ribasso (-16,50%).

Nell’insieme i movimenti descritti pongono l’interrogativo sulla natura di un recupero così concentrato nel tempo.

Lo straordinario rialzo dei prezzi produce grandi tensioni nei conti economici delle aziende. L’azione di pricing power non consente in molti casi di trasferire i rincari nei prezzi verso il consumatore. Tali eccessi rischiano di provocare uno shock della crescita nel mondo.  In termini quantitativi gli eccessi assoluti registrati dovrebbero presto tradursi in una fase di riequilibrio.

Tuttavia per comprovare lo scenario atteso dobbiamo confidare sull’azione restrittiva delle banche centrali. Più precisamente è la Federal Reserve ha le leve per raffreddare questi eccessi. Se nel prossimo Consiglio di inizio novembre il Board esprimerà una posizione netta a favore del tapering (ritiro degli stimoli monetari), potremo ritenere valida la prospettiva di una correzione verso il basso dei prezzi delle commodity industriali, di quelle energetiche e dei noli marittimi.

Attendiamo per questo segnali concreti a novembre. MATERIE PRIME NEL CAOS SPECULATIVO